Sacro contemporaneo
In giro per il mondo alla scoperta di dieci architetture religiose fuori dagli schemi (e dai radar) del secondo Novecento. Ecco chi le ha progettate
Lo confesso: ho un debole per le chiese brutaliste - quei santuari imponenti in cemento grezzo che molti trovano brutti, spiazzanti, difficili da amare - e per tutte quelle architetture sacre un po’ strane ed eccentriche, ancor meglio se dimenticate o mai entrate nei radar della critica. Mi affascinano perché, pur così lontane dall’immaginario canonico del luogo di culto, riescono a raccontare storie complesse fatte di materia, luce e tensione spirituale. Alcune ricordano bunker, altre somigliano ad astronavi atterrate nel cuore di un quartiere qualunque, altre ancora sono dei veri e propri esperimenti scultorei. Eppure in ciascuna, si respira - in modo sempre diverso e soggettivo - il tentativo di dare forma all’invisibile. Il Concilio Vaticano II (1962–1965) ha rappresentato una svolta epocale per l’architettura sacra, cambiando radicalmente il modo di concepire lo spazio liturgico. Le riforme introdotte in quegli anni hanno promosso una visione più partecipativa del culto: l’altare si è avvicinato all’assemblea, la comunità è diventata protagonista, lo spazio non più solo da contemplare ma da abitare. Per gli architetti è stata un’occasione d’oro per esplorare nuove forme, materiali e linguaggi, liberati dai vincoli formali della tradizione. Alcuni si sono spinti verso il brutalismo, modellando chiese come masse scolpite in cemento grezzo e geometrie ardite, altri hanno esplorato soluzioni espressioniste, organiche moderniste … dimostrando che la spiritualità può manifestarsi anche attraverso superfici spoglie in acciaio e cemento, e che un edificio sacro non ha necessariamente bisogno di marmi preziosi e vetrate istoriate per parlare all’anima.
In questo articolo ho raccolto dieci architetture religiose del secondo Novecento, disseminate in diversi paesi del mondo. Dall’Italia al Giappone, dal Canada alla Finlandia, sono edifici sacri progettati da figure che vale la pena riscoprire. Alcuni nomi saranno familiari, altri no - e forse, proprio per questo, vi sorprenderanno.
1) Walter Maria Förderer - Chiese di San Clemente a Bettlach e di San Nicola a Hérémence, Svizzera (1962-1971)
Negli anni ’60, Walter Maria Förderer (1929 - 2006) progettò otto chiese in Svizzera e Germania, diventando uno dei principali esponenti dell’architettura neo-espressionista di matrice brutalista. I suoi edifici religiosi, costruiti in cemento armato faccia a vista, si distinguono per piante poligonali, volumi complessi e intrecciati, geometrie totemiche e un uso sapiente della luce indiretta. Ispirato da Le Corbusier, come dai collage di Kurt Schwitters e dall’architettura gotica, Förderer elaborò un linguaggio architettonico personale, capace di fondere spiritualità, astrazione e forza materica. Le chiese di San Clemente a Bettlach (1963-1969) e di San Nicola a Hérémence (1962-1971) si presentano come sculture abitabili, articolate in volumi drammatici che paiono crescere dal terreno. San Nicola, in particolare, appare come una cascata di blocchi scolpiti, dove la composizione architettonica sfida la chiarezza per abbracciare la complessità visiva, in un richiamo alle grandi cattedrali gotiche. San Clemente, invece, afferma la propria monumentalità attraverso l’alternanza di pieni e vuoti, un dinamismo reso ancora più teatrale all’interno dalla luce che scivola sulle superfici grezze del cemento. L’attività architettonica di Förderer si concentra in un arco relativamente breve - circa vent’anni - il che contribuisce alla coerenza espressiva del suo corpus progettuale. Prima e dopo quel periodo si dedicò alla scultura, confermando il suo interesse costante per la materia e la forma.
📍 Rue de l'Eglise, 1987 Hérémence, Svizzera


2) Fritz Wotruba - Chiesa della Santissima Trinità, Vienna, Austria (1965-76)
Situata a Liesing, nel ventitreesimo distretto di Vienna, e progettata dallo scultore austriaco Fritz Wotruba in collaborazione con l'architetto Fritz Gerhard Mayr, questa chiesa-scultura fu costruita tra il 1974 e il 1976 su iniziativa di Margarethe Ottillinger, che desiderava trasformare l'area precedentemente occupata da una caserma dell’aviazione tedesca in un luogo di culto significativo. L'edificio, caratterizzato da uno stile architettonico estremamente dissonante dalla bellezza austroungarica della capitale austriaca, è composto da 152 blocchi di cemento grezzo di dimensioni variabili, alcuni dei quali raggiungono i 64 metri cubi di volume e un peso di 141 tonnellate. Le fessure lasciate tra gli elementi, disposti in modo apparentemente casuale, permettono alla luce naturale di penetrare all’interno.
📍 Ottillingerpl. 1, 1230 Wien, Austria


3) Gottfried Bohm - Chiesa di Maria Regina della Pace, Neviges, Germania. 1963-68
La chiesa di Maria Regina della Pace (in tedesco Maria, Königin des Friedens) è un santuario cattolico sito nella località di Neviges, frazione della città tedesca di Velbert e meta di pellegrinaggi. Realizzata da Gottfried Böhm sul finire degli anni Sessanta a seguito di un concorso, l'edificio si distingue per la sua struttura in cemento faccia a vista e per il tetto irregolare la cui silhouette ricorda le cime frastagliate di una montagna. L'interno è concepito come una grande piazza coperta: la navata principale può ospitare fino a 6.000 persone.
📍 Elberfelder Str. 12, 42553 Velbert, Germania


4) Claude Parent, Paulo Virilio. Chiesa di Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers, Francia (1963-1966)
Costruita nel 1966, questa chiesa incarna la teoria dell’architettura obliqua, movimento fondato da Claude Parent e Paul Virilio nel 1964 e che aveva come principio cardine l'eliminazione dell'ortogonalità e l'organizzazione spaziale della città su piani inclinati accessibili e continuamente vivibili in tre dimensioni. L’edificio religioso esprime in modo potente il concetto di frattura e ribaltamento, di unità e discontinuità dello spazio, attraverso due masse pesanti a sbalzo che si incontrano su un pilastro centrale. L'interno, totalmente ermetico e caratterizzato da piani inclinati e ambienti che sfidano la percezione tradizionale dell'architettura sacra, vuole anche essere una rappresentazione architettonica della grotta dove la santa Bernadette Soubirous ebbe le sue prime visioni. L’estetica riprende, soprattutto in facciata, quella delle casamatte e dei bunker del Vallo Atlantico: fortificazioni militari che furono al centro delle ricerche di Paul Virilio (Bunker Archéologie, 1958–1975).
📍 29 Rue Claude Parent, 58000 Nevers, Francia


5) Douglas J. Cardinal - Chiesa di Santa Maria, Red Deer, Alberta, Canada (1965-68)
Consacrata nel 1968 a Red Deer, Alberta, la Chiesa di Santa Maria segnò l'inizio della carriera di successo di Douglas Cardinal. L'architetto fu incaricato di tradurre in forma architettonica la liturgia cattolica recentemente rinnovata dal Concilio Vaticano II e, per trovare ispirazione, si rivolse alle prime comunità cristiane, anteriori alla diffusione delle basiliche a pianta a croce latina. Il risultato fu un edificio in mattoni e cemento le cui forme organiche riecheggiano le dolci colline delle praterie canadesi. All’niterno, un grande spazio centrale e un oculo posizionato sopra l'altare a canalizzare la luce naturale. Il soffitto amorfo è stato modellato in funzione dell’acustica, per diffondere la voce all’interno della chiesa senza l’ausilio di microfoni.
📍 6 McMillan Ave, Red Deer, AB T4N 5X8, Canada


6) Walter A. Netsch Jr. - Cappella dell'Accademia dei cadetti dell'Aeronautica Militare, Colorado Springs, USA (1956 - 62)
Progettata da Walter A. Netsch Jr., di Skidmore Owings & Merril, in netto contrasto con le forme basse e rettilinee del resto del campus, la Air Force Academy Cadet Chapel è divenuta simbolo dell’aeronautica statunitense. Le sue 17 guglie in alluminio e vetro che si innalzano per 46 metri verso il cielo; ciascuna è composta da 100 tetraedri e i pannelli di vetro colorato che li rivestono consentendo alla luce diffusa di penetrare all’interno dell’edificio.
📍 2306 Sijan Dr, Air Force Academy, CO 80840, Stati Uniti


7) Vittorio Gigliotti, Paolo Portoghesi - Chiesa della Sacra Famiglia, Fratte, Italia (1969-73)
La chiesa viene commissionata a Vittorio Gigliotti, ingegnere salernitano, e a Paolo Portoghesi, suo socio nello studio di progettazione a Roma, dai Padri Trinitari, in sostituzione di una omonima, espropriata in occasione della realizzazione del raccordo autostradale. Situata nella zona industriale di Fratte, ai margini della città, la chiesa nasce con l’intento di diventare un nuovo centro aggregativo in un’area isolata dalla ferrovia e dall’autostrada. L’edificio si distingue per le sue forme circolari e plastiche, dominate da tre grandi calotte gradonate che si intersecano sopra lo spazio dell’altare, modellando ambienti interni concavo-convessi. All’esterno, setti curvilinei e volumi cilindrici articolano i percorsi e tentano di instaurare una relazione con il contesto urbano. Il progetto riflette le esigenze liturgiche rinnovate dal Concilio Vaticano II, integrando riferimenti all’architettura barocca con un uso espressivo del cemento armato faccia a vista.
📍 Via Nicola Buonservizi, 2639, 84135 Salerno SA


8) Timo e Tuomo Suomalainen - Chiesa di Temppeliaukio, Helsinki, Finlandia (1961-69)
La Chiesa di Temppeliaukio, nota anche come Chiesa nella Roccia, è una chiesa luterana situata nel quartiere Töölö di Helsinki. Progettato dai fratelli-architetti Timo e Tuomo Suomalainen e consacrato nel 1969, l'edificio religioso è scavato nella roccia granitica e presenta una cupola circolare in rame, attorniata da un suggestivo lucernario composto da 180 finestre che permettono alla luce naturale di penetrare all'interno. La formazione rocciosa, preservata come richiesto dal bando di concorso, costituisce le pareti dell’edificio e non solo conferisce alla chiesa un’estetica unica, ma garantisce anche un’acustica straordinaria, rendendola una sede privilegiata per concerti. Oggi è una delle attrazioni turistiche più visitate di Helsinki, con oltre 900.000 visitatori registrati nel 2019.
📍 Lutherinkatu 3, 00100 Helsinki, Finlandia


9) Takenaka Kōmuten Corporation - Tempio Reiyukai Shakaden, Tokyo, Giappone (1972-75)
Il Tempio Reiyukai Shakaden è un complesso religioso situato nel quartiere di Azabudai, nel cuore di Tokyo, completato nel 1975 dopo quattro anni di lavori. Progettato dalla Takenaka Corporation, il tempio funge da sede principale per il movimento buddhista laico Reiyūkai, fondato nel 1925 da Kakutarō Kubo e Kimi Kotani. L'architettura è notevole per il suo design futuristico, spesso paragonato a una nave spaziale o a una piramide moderna. La struttura è rivestita in granito nero e acciaio inossidabile scuro, con una copertura che si estende per un'area di 50x100 metri, ispirata ai tetti tradizionali dei templi giapponesi. All'interno, il tempio ospita una sala principale con una capacità di 3.500 persone, oltre a sale conferenze, una caffetteria, un asilo nido e un'infermeria. Oltre alle colonne massicce e al particolare sistema di illuminazione che caratterizza gli ambienti, elemento caratteristico è la presenza di un grande serbatoio sotterraneo di acqua potabile, destinato all'uso in caso di emergenze o disastri naturali.
📍 1 Chome-7-8 Azabudai, Minato City, Tokyo 106-0041, Giappone


10) Guðjón Samúelsson - Chiesa di Hallgrímur, Reykjavík, Islanda (1945-83)
La Hallgrímskirkja è una chiesa luterana situata nel centro di Reykjavík, in Islanda, progettata da Guðjón Samúelsson nel 1937 e costruita tra il 1945 e il 1986. Alta 74,5 metri, è l’edificio religioso più imponente del paese. Il suo stile espressionista si ispira alle formazioni basaltiche naturali islandesi, in particolare alle colonne laviche di Svartifoss. Realizzata in cemento armato, presenta una facciata monumentale scandita da elementi verticali che evocano la geologia del territorio e si innalzano verso il cielo. Il design richiama l’espressionismo architettonico, con chiari rimandi alla Chiesa di Grundtvig a Copenaghen (1940) e alla Kirche am Hohenzollernplatz di Berlino (1933), frequentemente citate come riferimenti stilistici. All’interno, la chiesa adotta una pianta a tre navate con volte a crociera e archi a sesto acuto, elementi di chiara derivazione neogotica, reinterpretati in chiave moderna attraverso scelte compositive improntate all’essenzialità: pareti intonacate di bianco, spazio sobrio e luminoso, privo di decorazioni.
📍 Hallgrímstorg 1, 101 Reykjavík, Islanda

